Con il termine trasporto intermodale si intende una tipologia di distribuzione delle merci che prevede la combinazione di più mezzi di trasporto; il sistema è sviluppato in maniera tale da permettere di non trattare direttamente la merce nella fase di trasbordo. Si tratta di un modello integrato, per cui le diverse attività che ne fanno parte non vanno considerate come distinte e autonome, ma come fasi di un’unica prestazione.
Un sistema nato nel dopoguerra e in continua evoluzione
La storia dei trasporti intermodali inizia, seppur in modo primitivo e non professionalmente organizzato, durante gli anni ‘40 per dare maggiore stabilità alle merci, oltre a velocizzare i trasferimenti; ma è solo dagli anni ‘50, quando la ripresa dell’economia e l’apertura dei mercati internazionali richiedevano una maggiore efficienza nello spostamento delle merci, che il trasporto intermodale si afferma come sistema logistico su larga scala.
La comparsa dei container e la rivoluzione dei trasporti intermodali
Il 1956 rappresenta l’anno di svolto per il trasporto intermodale: Malcom Mclean, imprenditore statunitense, intuì che era più rapido, efficiente e sicuro imbarcare su una nave direttamente il camion intero, piuttosto che scaricare le merci e poi ricaricarle in stiva. Nasce così il container, un cassone in ferro atto ad ospitare merci di ogni tipo, garantendo maggiore sicurezza e una più semplice gestione delle fasi di carico e scarico. Successivamente, il salto di qualità si ebbe con la standardizzazione dei container, in modo da poter essere adattati a tutti i mezzi di trasporto (autotreni, ponti delle navi, treni, gru, aerei) utilizzando attacchi standard e range di dimensioni prestabilite.